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Quel pisellone di mio cognato Michele

La gemella sbagliata

Detestavo mia sorella, e Michele lo sapeva, aveva assistito più volte alle nostre scenate. E sapeva anche quanto fossimo diverse pur essendo gemelle. Lei la classica maniaca della casa, troppo precisa e noiosa, io decisamente più libera e sognatrice. Michele aveva sposato la gemella sbagliata, lui lo sapeva. Io lo sapevo. In fin dei conti eravamo della stessa razza. Lui un cane senza padrone con quel grosso pisellone,io cagna fino al midollo.

Desiderato, voluto, cercato

Non mi ero mai sentita in colpa, neanche la prima volta, quando era stato tutto così desiderato, voluto e cercato. Tutto così eccitante e naturale. Io ci misi comunque del mio, ma anche lui. Sapevo che Michele sarebbe passato quel pomeriggio. Avevo dato una festa il fine settimana precedente e aveva lasciato qua il suo cappotto.
Sarò maliziosa, ma entrambi sapevamo che non era stato un caso, avevo notato come mi guardava, e io non avevo lasciato spazio a nessun fraintendimento.
Ero stata molto chiara e diretta per l'intera serata, ogni qual volta incrociavamo i nostri sguardi, i miei occhi si posavano tra le sue gambe, potevo sentire la tensione e vedere che l'eccitazione lo stava divorando dentro. Desideravo quel pisellone, e lui lo sapeva.

Quando bussò alla porta, lo invitai ad entrare, aveva le chiavi di casa mia ma fu comunque educato e discreto prima di aprire e varcare la soglia.
Lo stavo aspettando sul mio comodo divano, non indossavo mai le mutandine quando ero sola a casa, quindi perchè avrei dovuto cambiare le mie abitudini proprio quel giorno!?
Lo smalto messo in mattinata e i piedini morbidi, avevo avuto una cura particolare quella mattina nello spalmare la crema. Non vedevo l'ora di avvolgere le dita dei miei piedi intorno a quel pisellone…
Indossavo soltanto un largo maglione da uomo che mi copriva le cosce solo in parte, scalza e libera nel mio tempio.

Il cappotto è all'ingresso

Ci fu un sorriso quando Michele entrò, chiuse la porta ed io non mi mossi dal divano, aspettavo fosse lui a venirmi incontro. nEra quasi arrivato di fronte a me per salutarmi con un bacio. In quel momento però volevo soltanto metterlo in imbarazzo e spiazzarlo.
Mi mossi rapida e alzando la gamba di scatto posai il mio piede tra le sue cosce come a spingerlo via, lui non si aspettava niente di tutto ciò e rimase in piedi fermo e chiaramente sorpreso, non fece neanche un passo indietro e mi guardò dritto negli occhi.

Potevo sentirlo già pronto, potevo già sentire pulsare quel pisellone sotto le dita del mio piede. "Il cappotto è all'ingresso", dissi mentre facevo scorrere il mio piede morbido e caldo lungo la sua gamba fino alla caviglia. Mi ricomposi. "Ma se invece hai voglia di me, perchè non ti togli quei pantaloni e lasci che accarezzi quel grosso pisellone con i miei piedini?" , mi sentivo sexy, mi sentivo me stessa, e avevo notato come fissava il collo dei miei piedi alla festa, avevo tolto i tacchi dopo la terza coppa di champagne, ed ero a casa mia!
"Li ho fatti stamattina, sono morbidissimi".

Michele non disse una parola, mi avvolse la gola con la sua mano grande, mi alzò in piedi e cominciò a baciarmi, mi aggrappai a lui e mentre gli succhiavo le labbra cominciai a sbottonargli i pantaloni, lui si era già portato avanti sfilandosi le scarpe.
Smisi di baciarlo, lo guardai e rimettendomi a sedere sul divano accompagnai i suoi pantaloni fino alle caviglie, lui fece il resto abbassando lentamente i boxer mentre le mie labbra giocavano con il suo addome. Finalmente avevo tra le mani quel pisellone che tanto avevo desiderato.

Avevo bagnato le mie mani con la nostra saliva dopo quel bacio, e avevo inumidito quel grosso pisello fino all'attaccatura delle palle, indietreggiai un po' fino ad avere la schiena appoggiata completamente sul divano e avvolsi i miei piedini intorno al suo sesso.
Potevo sentirlo indurirsi e pulsare sempre di più.
Ero bagnata da quando lo avevo sentito bussare, ma adesso che lo avevo lì con me, le mie mani tra le cosce che giocavano con il buco del mio culetto e la mia vulva carnosa, ero un fiume in piena, i piedi che lo scappellavano avidamente…portai nuovamente le mie mani su quel pisellone e lo bagnai con il mio succo, era diventato durissimo e lo volevo nel mio culetto. Non volevo aspettare un secondo di più.

Mille volte avevo desiderato quel momento, lo volevo tutto e subito, volevo sentirlo venire dentro al mio culetto, volevo quel pisellone esplodere dentro di me.

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